Parrocchie
La pieve di Valsassina o pieve di Primaluna o Pieve dei Santi Pietro e Paolo di Valsassina o Pieve dei Santi Pietro e Paolo di Primaluna (plebis valsassinensis o plebis primalunae o plebis sanctorum petri et pauli valsassinensis o plebis sanctorum petri et pauli primalunae) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano con capopieve Primaluna, capoluogo della Valsassina. Ricade sotto il decanato di Primaluna città e comprende 33 parrocchie.
I santi patroni sono i Santi Pietro e Paolo, ai quali è dedicata la chiesa prepositurale di Primaluna.
Storia
Il nome di "pieve di Valsassina" sappiamo che venne scelto nei secoli per convenzione in quanto la capopieve, Primaluna aveva giurisdizione anche sulla Valle Averara, sulla Val Taleggio e sulla Valtorta. Per diverso tempo essa fu feudo degli arcivescovi milanesi prima e dei Della Torre poi.
All’inizio del XIII secolo il collegio canonicale di Primaluna comprendeva sei canonicati oltre al prevosto, con una cura d'anime di sette cappellanie. Il prevosto di Primaluna, unico parroco della Valsassina, godeva anche del diritto di nomina dei cappellani delle chiese sottoposte alla sua giurisdizione plebana, convenzione che permase sino al XV secolo: nel 1406 fu eretta a parrocchia la chiesa di San Michele di Introbio, nel 1456 quella di Santa Margherita di Cusio e quella di Sant’Ambrogio di Orniga, nel 1472 quella di San Giovanni Battista di Mezzoldo, nel 1490 quella dei Santi Protaso e Gervaso di Cortenova, nel 1494 quella di San Pietro di Olda e quella di San Giovanni Battista di Sottochiesa e nel 1498 quella di San Martino di Indovero e Narro. Tutto ciò non fece altro che indebolire di fatti il potere di giurisdizione della pieve di Valsassina che iniziò una lenta ma inesorabile decadenza.
Fu solo all'epoca della visita pastorale di San Carlo Borromeo che la pieve riacquistò un certo vigore in quanto l'arcivescovo milanese rinnovò le antiche consuetudini di superiorità della capopieve di Primaluna sulle altre chiese della valle.
Con la sistemazione dei confini diocesani tra Bergamo e Milano voluti dall’imperatore Giuseppe II, nel 1787 undici parrocchie della pieve di Primaluna furono staccate e passarono alla diocesi di Bergamo: Santa Maria Assunta e Santa Brigida di Valtorta, San Giacomo di Averara, San Bartolomeo di Cassiglio, Santa Margherita di Cusio, Sant’Ambrogio di Ornica, San Giovanni Battista di Mezzoldo, Sant’Ambrogio di Pizzino, San Giovanni Battista di Sottochiesa, Santi Pietro e Paolo di Olda e San Giacomo di Peghera. Rimase legata a Primaluna la chiesa di Sant’Antonio abate di Vedeseta.
Dall’epoca post-tridentina, Primaluna divenne sede di un vicariato, e tale rimase sino ai decreti arcivescovili del 1972 che soppressero tutte le pievi lombarde. Primaluna divenne sede di un moderno decanato.
Primaluna
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Margno
Chiesa di San Bartolomeo
Casargo
Chiesa di San Bernardino
Chies di San Martino
Premana
Chiesa di San Dionigi
Cortenova
Chiesa di San Fermo
Moggio
Chiesa di San Francesco d'Assisi
Cremeno
Chiesa di San Giorgio
Barzio
Chiesa di Sant'Alessandro
Parlasco
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Crandola Valsassina
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Vendrogno
Chiesa di
Pasturo
Santuario della Madonna della
Ballabio
Chiesa di
PAGNONA
La parrocchia di S. Andrea di Pagnona, fondata dai capifamiglia della comunità, viene stralciata dalla parrocchia di Margno (Lc) nell'anno 1498. Copia autentica dell'atto di fondazione, rogata dal notaio Prospero Grattarola, che la trae dalle imbreviature del notaio Antonio Berlucchi, si trova in Archivio Parrocchiale[1]. In precedenza le funzioni parrocchiali sono esercitate dalla chiesa di S. Michele. Entrambe le chiese di S. Michele e di S. Andrea Apostolo risultano già esistenti alla fine del XIII secolo (cfr. Liber Notitiae), ma, mentre S. Andrea assumerà funzioni parrocchiali, la chiesa di San Michele scomparirà già nella prima Età Moderna. Alla data del "Liber Notitiae", l' arcivescovo Ottone Visconti esige tributi dalla pieve di Primaluna in Valsassina, cui Pagnona appartiene per territorio. Nelle fonti la pieve di Primaluna è detta anche “Pieve della Valsassina”.
Informazioni più precise sull'Ente desumiamo dagli atti e decreti delle visite pastorali di Epoca Moderna e contemporanea, conservate presso l'Archivio Storico Diocesano[2] e nello stesso Archivio Parrocchiale[3]. Nel corso della prima visita dell' Arcivescovo Carlo Borromeo (1566) non risulta presente alcuna confraternita. Due confraternite, presumibilmente per impulso del Borromeo stesso, vengono erette subito dopo: la Confraternita del SS. Sacramento (data incerta, si fa risalire a S.Carlo) e la Confraternita del Rosario (fondazione: 1576 - 1582). La Confraternita del SS. mo sacramento, vivente nel 1722, ci appare estinta alla data della visita Pozzobonelli (1746), ma viene riistituita alla fine del secolo successivo (1891), come risulta dal decreto arcivescovile conservato in Archivio Parrocchiale[4], ed è attestata nei documenti parrocchiali almeno fino al 1963. La Confraternita di S. Carlo viene eretta nel 1613, a pochi anni dalla canonizzazione del Borromeo. La documentazione più consistente conservata in Archivio Parrocchiale (cc. 44 + 1 pergamena) riguarda proprio questa confraternita, interessante non solo per l'intitolazione a S. Carlo (in funzione anti - protestante in un luogo non lontano dai Grigioni), ma anche per i rapporti che intrattiene con l'omonima confraternita veneziana[5]. Non è forse casuale che un inventario di documenti del 1704, conservato in Archivio Parrocchiale[6], chiami la cappella di S. Carlo “Cappella di S. Carlo e Santa Lucia”. Come è noto, le spoglie della Santa riposano dal Duecento nella Chiesa veneziana dei SS. Lucia e Geremia. Della Confraternita della Dottrina Cristiana abbiamo attestazione nell'unico registro confraternale superstite di Antico Regime, a cavallo dei sec. XVIII e XIX[7].
Da un punto di vista demografico, alla data della seconda visita di S. Carlo (1582) le anime da comunione in Parrocchia sono 120. Circa due secoli dopo, alla data della vista Pozzobonelli (1576) risultano essere 209[8]. Il fenomeno migratorio investe Pagnona in Età Moderna non meno che i diversi nuclei della Valsassina. Le fonti degli status animarum conservate in Archivio Parrocchiale (Anagrafe) offrono materia per un approfondito studio demografico tra XVIII e XX secolo.
Come si è detto, Pagnona appartiene alla Pieve di Primaluna (o Valsassina) ed al Vicariato foraneo istituito da S.Carlo, che fino al 1971 comprende le stesse parrocchie della Pieve (Regione V della diocesi). Con la riorganizzazione dei decanati (1971 -1972), Pagnona viene inserita nel decanato di Primaluna, appartenente alla Zona pastorale III (Lecco). Attualmente la Parrocchia costituisce una unità pastorale con la Parrocchia di S.Dionigi di Premana, affidata ad un unico sacerdote coadiuvato da un vicario[9]. Per questo motivo, e per salvaguardare le carte dai lavori di ristrutturazione in corso a S. Andrea, l'Archivio Parrocchiale è ora conservato presso la parrocchia di S. Dionigi di Premana.