Exodus nasce sulla strada, in un parco della periferia di Milano: Parco Lambro. All’inizio degli anni ’80 il Parco Lambro è regno dello spaccio e della delinquenza divenuta “legge”. Don Antonio Mazzi, che già da alcuni anni operava ai confini del parco, si propose di “risanarlo” con il supporto degli stessi tossicodipendenti, delle forze dell’ordine e dei cittadini. Si trattò, per la città di Milano, di una delle più importanti operazioni sociali di quegli anni. Ebbe inizio il Progetto Exodus come esperienza di “viaggio”, con le comunità itineranti (le Carovane), e con le prime comunità residenziali.

 

Dal 1985 si sviluppa il progetto delle carovane e dal 1986 vengono aperte le prime comunità stabili oltre alla sede di Coordinamento di Milano: Verona, Vicenza, Bormio e Iglesias. Le comunità nascono inizialmente come prosecuzione del lavoro svolto dalle Carovane che transitano per quella località. Da subito, accanto al lavoro con le persone tossicodipendenti, iniziano le attività di prevenzione per adolescenti e di formazione per genitori, in stretto rapporto con le scuole del territorio.

 

Nel 1996 il Progetto Exodus, che era una delle Opere della Congregazione Don Calabria, si trasforma in un ente autonomo, che prende il nome di Fondazione Exodus. Questo nuovo stato giuridico ha consentito una risposta più flessibile alle continue sollecitazioni provenienti dalla società.

 

Exodus ha continuato il suo cammino anche negli anni successivi, fino ai giorni nostri, non solo con attività gestite dalla Fondazione Exodus, ma anche facendo nascere nuove realtà (associazioni, cooperative, consorzi all’interno dell’arcipelago Exodus) e nuovi progetti coerenti con la filosofia e il metodo educativo di Exodus.

 

Dal punto di vista dell’organizzazione interna, Exodus sempre più ha curato la formazione degli educatori. A partire dal 1999, ha consolidato i gruppi dei responsabili (circa 40 in Italia) con periodici incontri formativi trimestrali e ha allestito l’impianto gestionale e amministrativo. In questo modo, Exodus è diventato un interlocutore costante e credibile sia per le istituzioni, che per le persone che chiedono aiuto. 

 

Dagli anni 2000, nuovi progetti sono stati sviluppati nell’area della prevenzione e dell’educazione nei contesti di normalità. Non era più giudicato sufficiente svolgere un accurato lavoro di recupero ma era giudicata sempre più indispensabile un’ esemplare azione preventiva. A partire dai primi anni 2000 comincia anche ad essere significativa la presenza di Exodus con progetti educativi all’estero (Madagascar, Patagonia, Bolivia, Honduras…).

 

Il nome Exodus

Il nome “Exodus” richiama direttamente l’esodo biblico. Il racconto della liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù d’Egitto attraverso un lungo viaggio nel deserto del Sinai. L’Esodo biblico è il paradigma di tutti i cammini di liberazione. Nell’esodo c’è anche la nostra storia, ci sono i nostri rimpianti, c’è la fatica, il buio, le illusioni del deserto, ci sono momenti felici e tentazioni. L’Esodo racconta del difficile rapporto con la legge e di un profeta, servo della profezia che non vede avverata.

Da quando San Patrignano è nata, nessun ragazzo tossicodipendente è mai stato considerato un malato o un irrecuperabile, destinato a convivere fino alla morte con la sua condizione, ma solo una persona con un problema in più. Un essere unico e irripetibile, pieno di capacità e potenzialità che deve riscoprire ed imparare ad esprimere.
Per questo, nel momento in cui ci chiede aiuto, non guardiamo mai al male che ha fatto a se stesso e agli altri a causa della sua condizione ma guardiamo al bene che potrà fare. E non è la pietà per i suoi errori a spingerci ad amarlo, ma la sua capacità di meravigliarsi e appassionarsi, la sua bellezza ed il mistero di tanta sensibilità e talento nascosti da dolore, paura e solitudine.
Conservare ogni giorno la capacità di quello sguardo non è scontato. E’ un gesto rivoluzionario. Lo era nel 1978, quando i miei genitori insieme a un gruppo molto unito di amici e volontari fondarono San Patrignano, e lo è a maggior ragione oggi in un mondo che spesso fugge le sue responsabilità e abbandona i giovani a se stessi.
Andrea Muccioli
Responsabile della Comunità San Patrignano

...Il Gruppo Abele ha interpretato (dal 1965 ad oggi) l’essere cittadini a partire dalla strada. Una strada che in questi anni ci ha parlato non solo di droghe, ma dei tanti volti, nessuno escluso, di chi fa più fatica: aids, alcolismo, immigrazione, carcere, prostituzione, senza fissa dimora, giovani disadattati, malattia mentale, solitudini diverse...
Rispondere a queste realtà con servizi di accoglienza (comunità residenziali, centri diurni, dormitori, servizi a bassa soglia e lavoro di strada) e domandarci il perché di queste ingiustizie con investimenti culturali diversi (riviste, casa editrice, proposte di formazione, prevenzione e di supporto educativo) è – da sempre – il metodo e la proposta del nostro “fare”: per promuovere quella pratica della cittadinanza attiva che trasforma la solidarietà in corresponsabilità degli uni per gli altri. Denuncia e proposta, dunque, per un presente più giusto e un futuro migliore.

ACCOGLIENZA


Per persone segnate dalla dipendenza da droghe, da alcol e da altre sostanze, dall’infezione Hiv; per quanti escono dal carcere; per ragazze in fuga dal circuito della prostituzione e della tratta; per donne richiedenti asilo; per chi è senza fissa dimora, per chi è straniero e ha problemi di integrazione e per i bambini.
Le attività di questo settore si articolano su diversi livelli di intervento:

Servizi di prima accoglienza per attività di ascolto, consulenza, sostegno ed eventuale presa in carico, rivolte a persone con problemi e anche ai loro familiari.
Pronta accoglienza diurna e/o notturna per rispondere ai più impellenti bisogni di chi vive in strada.
Comunità di pronta accoglienza residenziale e semiresidenziale per periodi di due/sei mesi, rivolte a persone tossicodipendenti e a donne che subiscono violenza o vittime della tratta.
Comunità di accoglienza per coppie tossicodipendenti con figli, persone alcoldipendenti e politossicodipendenti, madri tossicodipendenti - anche sieropositive - con i loro bambini, ragazze in fuga dalla tratta delle persone.
Assistenza domiciliare e case alloggio per persone con problematiche connesse all’infezione Hiv e all’Aids.
Casa dei Conflitti, luogo di ascolto e aiuto per gestire i conflitti che attraversano la vita quotidiana.

CULTURA E IN-FORMAZIONE

Dimensione culturale e pratica dell’accoglienza sono entrambi elementi della solidarietà.
Per questo motivo il Gruppo Abele ha costituito i seguenti servizi di tipo formativo e informativo:

Università della Strada, progetta e gestisce iniziative di formazione a Torino, nelle sedi richieste, on line, per operatori dei servizi pubblici, del privato sociale e del volontariato.
Centro Studi, Documentazione e Ricerche, svolge attività di ricerca sociale e di documentazione, consultabile anche via internet.
Centro Studi per la Legalità, promuove iniziative sui temi della legalità,della sicurezza e della lotta alla criminalità.
Piano Giovani, spazio di incontro e di ricerca con i giovani. Ha attivato percorsi nelle scuole, sia con gli studenti sia nella formazione degli insegnanti, e svolge attività in strada con i minori migranti.
Animazione Sociale, mensile di formazione per operatori sociali.
Narcomafie, mensile di informazione, analisi e documentazione.
EGA Editore, casa editrice con oltre 400 titoli in catalogo e circa 30 novità ogni anno.
La Torre di Abele, libreria con annesso spazio giochi e libri per bambini. Dispone anche di una sala per incontri e conferenze.
La fabbrica delle “e”, un laboratorio di cittadinanza solidale in cui si incontrano scuola “e” territorio; giovani “e” adulti; memoria “e” progetto; denuncia “e” proposte. Al suo interno si ritrovano le famiglie nell’ambito degli incontri per Genitori e Figli. 
Archivio Storico, raccoglie, attraverso immagini, video e testimonianze scritte, la storia del Gruppo Abele dal 1965, anno della sua fondazione, fino a oggi.

 Il Consorzio Sociale Abele Lavoro è nato per creare un centro di informazione, di orientamento e di accompagnamento per quanti cercano lavoro e per fare incontrare imprese lavorative, aziende e realtà artigianali con il mondo delle cooperative sociali.
Aderiscono al Consorzio la seguenti cooperative:

CONSORZIO SOCIALE
ABELE LAVORO

 

Piero e Gianni, che svolge attività di falegnameria e realizzazione di parchi giochi.
La Rosa blu, vendita e produzione di abbigliamento.
Arcobaleno, che gestisce il servizio di raccolta differenziata di carta denominato Progetto Cartesio.
La cooperativa Oltre il muro, che svolge lavori nel campo del trattamento dati e documenti, nel settore dell’archiviazione ottica e data entry.
La Porta (di Cuorgnè), ristrutturazione edile, sgomberi e allestimenti fiere oltre ad attività di pulizia e manutenzione, falegnameria e restauro.
Soeko si occupa di riduzione e recupero rifiuti e di vari interventi tesi al ripristino, alla pianificazione e alla valorizzazione del territorio.
Luci nella città svolge attività di pulizia, sorveglianza e sostegno nelle scuole, manutenzione delle aree verdi e dell’arredo urbano.La Cometa di San Lorenzo si occupa di manutenzione parchi e giardini, rimboschimento, manutenzione impianti e offre servizi di sanificazione e disinfesatazione.
Nell’ambito del Gruppo è inoltre attivo il Vivaio Bonafous, con vendita di piante e fiori e allestimento giardini.

COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE


Sin dai suoi primi anni di attività il Gruppo Abele ha scelto di non limitare il proprio impegno per la giustizia al nostro contesto occidentale. Dopo alcuni interventi realizzati in Viet Nam (in seguito alla guerra), il Gruppo ha operato - agli inizi degli anni ’80 - in Africa (Costa d’Avorio) e in America Latina (Messico e Guatemala). Nel 2002 il Gruppo ha sviluppato iniziative per l’umanizzazione della condizione carceraria in Burkina Faso, Mali, Costa d’Avorio e Togo; attività di sostegno per minori orfani o ammalati di Aids e la costruzione di una rete di aiuto in Marocco per giovani migranti in situazione di difficoltà.

COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI
II Gruppo Abele aderisce alle seguenti realtà nazionali:
Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, che coordina oltre 1000 gruppi locali e nazionali impegnati nella lotta contro le mafie e nella promozione di una
cultura della legalità.
CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di  Accoglienza.
LILA, Lega Italiana Lotta AIDS.

Tra le attività del Gruppo: l’Oasi di Cavoretto, che accoglie tutto l’anno seminari e convegni; l’Associazione Abbazia 1515 che cura il restauro della Certosa di San Francesco ad Avigliana (To), per farne un centro di accoglienza, di formazione, di silenzio, di ricerca e di spiritualità.

 

Giovani e alcol: mix pericoloso, un vademecum della polizia

Immagine simbolica: bicchiere rotto con un superalcolicoUn killer, a volte sottovalutato, che uccide ben 24 mila italiani l'anno. Si tratta dell'alcol che - secondo quanto emerge dal "Rapporto Italia 2010" dell'Eurispes, presentato oggi a Roma - è causa di un'alta percentuale di morte tra i giovani: 25 per cento dei maschi e 10 per cento delle femmine.

Secondo una graduatoria stilata dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il Belpaese si colloca tra gli ultimi posti per consumo pro capite di alcolici, ma detiene il primato del più precoce contatto con i drink: 12 anni e mezzo contro i 14,6 della media europea.

Ed è proprio per prevenire l'abuso delle sostanze alcoliche tra i giovani che la questura di Firenze ha creato una guida (.pdf 1 Mb) con una serie di consigli sui rischi che derivano dall'uso eccessivo di alcol, legato soprattutto ai nuovi fenomeni del "binge drinking" e "alcolpops".

Di che si tratta? Per "binge drinking" s'intende il consumo in un'unica occasione (serate, feste etc) di più bevande alcoliche; gli alcolpops sono invece bibite zuccherine, vedute in bottigliette colorate e particolarmente gradevoli se servite fredde, che hanno una gradazione tra 4 e 7 gradi. Queste - così come i cosiddetti "pocket shots": colorate bustine di plastica che contengono una monoporzione di superalcolici mescolati a succhi di frutta - possono indurre ad assumere alcol in quantità eccessiva.

Quali sono i rischi?

Si può andare incontro anche al coma etilico (intossicazione da alcol) che - si legge nel vademecum - "può provocare arresto respiratorio e cardiocircolatorio che può portare alla morte; richiede un rapido soccorso e il trasporto all'ospedale per intervento medico".

Con gli slogan "non fare il pieno di incoscienza" e "No all'alcol vuol dire Si a se stessi" la guida, scritta in modo sintetico, si rivolge ai giovani chiarendo, ad esempio che "l'organismo non è in grado di metabolizzare l'alcol prima dei 18-20 anni e che bere sotto i 16 anni può produrre gravi effetti sul sistema nervoso centrale e su tutto l'organismo".

Il vademecum può essere scaricato da Internet e distribuito agli studenti dai docenti, ma anche dai genitori stessi; se invece alcuni insegnanti fossero interessati a organizzare incontri sul tema con i giovani, personale dell'Ufficio minori della Divisione anticrimine della questura andrà nelle scuole a illustrare ai ragazzi i contenuti del documento.

A fianco alla campagna di prevenzione la Polizia di Stato continua la sua attività di controllo sulla vendita di bevande alcoliche e di contrasto al guida in stato di ebbrezza.

- In collaborazione con Poliziamoderna. -

29-01-2010